La filariosi cardiopolmonare è una patologia parassitaria che fino a pochi anni fa si riteneva potesse colpire tra gli animali domestici solo il cane. Invece la sua natura evolutiva, più insidiosa e silente nei felini, ha permesso solo in tempi recenti di rivelare anche il gatto come vittima della malattia.
La diffusione del morbo avviene tramite la puntura della comune zanzara che, succhiando il sangue, inocula allo stesso tempo una microfilaria nel torrente circolatorio. Questa dopo alcune modificazioni morfologiche raggiunge nel giro di pochi mesi il settore destro del cuore e le arterie polmonari. Qui si sviluppa lo stadio adulto paragonabile come dimensioni alla presenza di 1 o più “spaghetti” localizzati nell’atrio destro e vasi limitrofi. Nel giro di qualche anno il cane può sviluppare uno scompenso cardiaco destro in grado di metterlo in pericolo di vita. Nel gatto si possono avere morti improvvise ma, spesso, sintomatologie riferibili ad una bronchite asmatica possono essere una conseguenza del parassita.
Le zone più colpite in Italia sono la pianura padana al di sotto degli 800 metri di altitudine, quindi il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia. Aggiungiamo inoltre la Toscana, il nord del Lazio e delle Marche, le provincie di Cagliari, Sassari e Messina. La Liguria risulta esente e ciò sottolinea quanto paradossali siano state le pressioni sui proprietari di animali residenti nelle nostre provincie nel fare una prevenzione inutile e costosa, soprattutto quando poi al tempo stesso veniva sottovalutato il problema Leishmaniosi (vedi scheda), malattia invece endemica in Liguria. I cani colpiti dalla filariosi nella nostra regione erano quindi soggetti che soggiornavano nei mesi estivi in zone a rischio.
La prevenzione va quindi esclusivamente rivolta a quegli animali che dalla Liguria si spostano da aprile a novembre nelle aree colpite, che peraltro circondano la nostra regione. La profilassi è molto semplice e consiste nel somministrare una dose mensile di un farmaco che, va detto, ha un’azione retroattiva di un mese. In parole povere se il prodotto viene fatto assumere il primo di luglio, la copertura riguarderà tutto il mese di giugno e non il mese di luglio. Per questo motivo è meglio cominciare la prevenzione dalla fine di aprile proseguendo ogni 30 giorni fino alla fine di novembre.
Sempre come parte integrante della lotta alla filariosi è fondamentale sottoporre tutti gli animali a rischio ad un test ematico annuale, preferibilmente prima di iniziare il trattamento mensile, che permette di valutare la presenza o meno delle filarie nel cuore del soggetto.