Ognuno di noi ha un proprio spirito guida. E’ quella vocina interna che ti consiglia, ti aiuta a prendere le giuste decisioni e che di fronte ad un bivio ti dice se andare a destra o a sinistra. Poi tu stabilisci se darle retta o se ignorarla. Può essere fonte di ogni tua azione, di ogni frase detta, della giusta stretta di mano o di un sorriso regalato.
Lei è lì, presente, inesorabile, pronta ad agire. Ma la differenza sta nel saperla usare e nel saperla riconoscere. Nella magia c’è sempre un trucco. Qui il trucco è diventarne consapevoli. Io l’ho incontrata e riconosciuta qualche anno fa, una calda sera d’estate a Guimaraes.
Amo con la mia famiglia esplorare gli angoli più disparati della terra. Avevamo visitato in varie tappe le isole portoghesi, iniziando dalle più remote, le Azzorre, per poi approdare a Madeira. Rimaneva da scoprire il Portogallo continentale. Fu lui la destinazione della nostra vacanza quell’anno. Eliminai a priori dal progetto di viaggio le classiche mete turistiche per approfondire luoghi meno battuti, localizzati più nell’entroterra.
Guimaraes fu tra quelli e fu un tuffo nel passato. I viottoli e i claustri del centro storico trasudano di magia, quella magia che non a caso ha dato i natali ad Alfonso Henriques, il primo sovrano del regno del Portogallo. Dicono di lui che fosse molto bello. Le sue capacità gli permisero di ribellarsi agli spagnoli per l’ottenimento dell’indipendenza e di respingere gli arabi dal sud della regione.
E’ tra le antiche piazze di Guimaraes, orlate da terrazze in ferro e da balconi in granito, che indugiammo oltre il tramonto, ammaliati dall’atmosfera fiabesca. Lì le calde luci artificiali proiettate sulle antiche mura fermarono il tempo e stamparono le nostre ombre su quelle pietre. Mio figlio Gabriele colse l’attimo e fotografò il mio profilo e quello di mia moglie, come fantasmi inaspettatamente svelati dalla loro celata dimensione.
La prima volta che vidi quella foto rimasi ammaliato. Quelle forme sembravano vive, come provenire da un aspetto primordiale di me stesso, forse più genuino, forse il meglio di quello che sarei potuto essere. Quel fantasma cominciò da allora a sussurrarmi, a consigliarmi su ciò che era giusto o sbagliato, prima forse ad un livello più inconscio, poi in modo sempre più consapevole.
Spesso il mare delle emozioni nel quale nuotiamo ogni giorno ci spinge dove non vorremmo mai arrivare. Ho deciso di non essere un naufrago e di sfruttare le mie emozioni dove io voglio arrivare. Quella vocina interna mi aiuta in questo. Quell’immagine granitica di Guimaraes mi dà la giusta forza. E così vedo sempre più il bello in ciò che mi circonda. Apprezzo sempre più i miei clienti che vogliono il massimo da me. Colgo la magia nei loro occhi quando mi parlano dei loro animali. Tuffo le mie mani in quei soffici mantelli percependone il calore.
E così inizi a capire perchè tra i tanti proprietari alcuni, conosciuti ormai da un quarto di secolo, si ostinino a tornare da te. Capisci perchè sia stato scritto quel biglietto dove si ringrazia per aver regalato qualche giorno in più a Kim, tanto da avergli permesso di vedere, anche se per l’ultima volta, la neve. Comprendi perchè dopo aver lottato a lungo assieme, ti trovi costretto ad addormentare per sempre un barboncino e dopo qualche giorno ti viene portato in dono un enorme cesto, degno del Natale, quando però il Natale non c’entra affatto.
Grazie Guimaraes per la magia che mi hai offerto ! Lo spirito di Alfonso Henriques regna ancora sovrano tra le tue vecchie mura. I tuoi viottoli pullulano di bei fantasmi che non aspettano altro che di essere svelati.
Io il mio l’ho scoperto e me lo tengo ben stretto.
Luca Ansaldo