Il riscaldamento globale del pianeta ha determinato in Italia una diffusione, particolarmente accelerata negli ultimi anni, di patologie trasmesse da insetti vettori dal sud al nord del paese. La leishmaniosi è il caso più eclatante con la comparsa di focolai in tutte le regioni del nord in aree fino a poco tempo fa ritenute esenti.
Anche le malattie trasmesse dalle zecche si stanno diffondendo in modo analogo. Si tratta peraltro di patologie che riconoscono come vittime sia l’uomo che il cane. Tra i microrganismi in grado di indurre uno stato patologico nel cane abbiamo la Borrelia (agente eziologico della malattia di Lyme), l’anaplasma, l’erlichia e la rickettsia.
Nelle forme acute queste patologie vanno sempre sospettate qualora ci si trovi di fronte al binomio febbre e trombocitopenia, cioè calo del numero di piastrine nel sangue. Le forme croniche possono invece provocare conseguenze immunologiche, quali poliartriti o glomerulonefriti, difficili da diagnosticare e che fino a pochi anni fa venivano ritenute idiopatiche, cioè senza una causa ben identificata.
Il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste patologie, che spesso infatti prendono il sopravvento nei soggetti debilitati ed immunocompromessi. Questo vale tanto nel cane quanto nell’uomo. Ne è un esempio la febbre bottonosa del mediterraneo indotta nell’uomo da Rickettsia conorii, caratterizzata da febbre, da un tipico esantema sul palmo delle mani e dei piedi e dalla presenza di una crosta necrotica nel punto di inoculo.
Normalmente la malattia ha un decorso benigno ma i risvolti possono essere drammatici in soggetti debilitati, anziani, nei diabetici e nei soggetti con danni al microcircolo fino a provocare encefalite.
La Liguria è invece tra le regioni italiane con la più alta incidenza nell’uomo della malattia di Lyme, caratterizzata dalla tipica eruzione di forma circolare chiamata eritema migrante.
L’eritema è spesso accompagnato da febbre, mal di testa, spossatezza e dolori muscolari. In un secondo momento possono anche insorgere complicanze cardiache e neurologiche.
Nel cane va invece sospettata in caso di zoppie intermittenti associate a lieve ipertermia o in seguito al riscontro di proteine rilevabili con un esame delle urine, possibile segno di un danno dei glomeruli renali. Per trasmettere la borrelia, cioè l’agente eziologico della malattia di Lyme, la zecca deve stare attaccata alla pelle almeno 12-24 ore, solo dopo le quali avviene il rigurgito di saliva nella cute con all’interno i microrganismi.
Anche l’Anaplasmosi ha fatto la sua comparsa soprattutto nel nord est italiano con un aumento di casi umani e con il sospetto che sia ampiamente sottostimata.
E’ importante sapere che sulla zecca impiantata sulla pelle non va mai applicata nessuna sostanza come olio, petrolio o vasellina, nè va bruciata. Queste procedure possono infatti indurre un rigurgito di saliva della zecca con conseguente inoculazione di microrganismi. La zecca va asportata con pinzette afferrandola il più vicino possibile alla testa ed effettuando una leggera trazione-torsione senza mai strapparla. La cute va poi disinfettata con acqua ossigenata.
Nel cane queste patologie non sono facilmente diagnosticabili dal momento che non esistono test specifici e sensibili al 100%. Il tutto può essere complicato dal fatto che spesso più malattie indotte da insetti vettore possono coesistere complicando ulteriormente sia la diagnosi che la terapia.
Tuttavia è importante effettuare approfondimenti diagnostici su tutti i soggetti sospetti. Inoltre il sottoporre annualmente il cane ai test come già è consigliato per la leishmaniosi e la filariosi permetterebbe di individuare precocemente molti soggetti infetti.
Va infine sottolineata l’importanza dell’uso regolare di antiparassitari. In Liguria il clima particolarmente mite fa si che le zecche possano essere trovate sul cane 12 mesi all’anno. Il consiglio è quindi di trattarlo adeguatamente anche nei mesi invernali.