Ci sono sempre dei momenti nella vita in cui ti capita improvvisamente qualcosa di inaspettato, un incidente di percorso che non avevi previsto, un qualcosa che può profondamente logorare i tuoi nervi. Sono le forze che girano attorno a te, che vogliono metterti alla prova come in un braccio di ferro che lascia da una parte i vittoriosi e dall’altra i perdenti.
Un domicilio da incubo.
Un domicilio da incubo
La preghiera nel portafoglio.
La preghiera nel portafoglio.
Ho una preghiera che conservo nel mio portafoglio da molti anni. Mi è stata data da una persona sconosciuta in una giornata veramente speciale. E da quel giorno è lì. I margini si sgualciscono con il tempo che passa ma non mi è mai passato per la testa di buttarla.
Ha una carica di positività immensa ed il significato religioso che la riveste in realtà è ricco di una spiritualità che può colpire chiunque, sia i credenti che chi non crede affatto.
Il dono.
Ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto che siamo dei privilegiati. Ebbene si, noi che siamo in grado di parlare con i nostri animali, che li guardiamo negli occhi e godiamo dei loro ammiccamenti siamo delle persone speciali e la mia, quella del veterinario, è sicuramente una posizione invidiabile, perchè quotidianamente posso comunicare con queste persone speciali.
La Piazza insanguinata.
La Piazza Insanguinata
Aprile 1945.
Siamo alle ultime battute della lenta ritirata delle truppe naziste dal sud al nord dell’Italia, una ritirata che lasciò una sconcertante scia di sangue: oltre 400 stragi con un bilancio di 15.000 civili uccisi. Responsabili delle violenze avvenute appena poco più di mezzo secolo fa furono i nazisti delle SS e i soldati della Wermacht, spalleggiati spesso da elementi fascisti della Repubblica Sociale.
Di fronte alla chiesa di Nostra Signora del Rimedio di Piazza Alimonda a Genova, un ragazzo scorge truppe tedesche in sosta in Piazza Tommaseo a poche decine di metri di distanza. La decisione è presa, sale la scalinata della chiesa, imbraccia l’arma e spara. Come risposta una mitragliata lo prende in pieno, si accascia a terra, un rivolo di sangue scorre verso il selciato. Il ragazzo non ha un nome ma è uno dei 1963 caduti per la liberazione della nostra città. La storia non mente.